Apple ha dichiarato di aver interrotto temporaneamente l'acquisto di cobalto proveniente dalle miniere del Congo. I siti di estrazione del paese africano sono stati recentemente oggetto di una scottante inchiesta del Washington Post che ha messo in luce le pessime condizioni di lavoro dei minatori locali, alcuni dei quali minorenni.
L'azienda di Cupertino, così come Amazon, Samsung ed LG, fa affidamento ad una ramificata catena di fornitori per assicurarsi le batterie agli ioni di litio che alimentano iPhone, iPad e MacBook. Agli estremi di questa catena c'è anche l'azienda cinese Zhejiang Huayou Cobalt, che copre il 20% del cobalto utilizzato da Apple, accusata di impiegare 100 mila minatori pagati 2-3 dollari al giorno per scavare a mani nude alla ricerca del minerale.
A preoccupare di più è l'esercito di minori che secondo le recenti indagini condotte da Sky News sarebbe ancora coinvolto in questo mercato. Apple aveva promesso una revisione della fornitura di cobalto assieme a Huayou, che non avesse però interrotto bruscamente le relazioni con il Congo per non impoverirne il mercato interno. I vertici dell'azienda hanno ora deciso di smettere per il momento l'acquisto di cobalto dal paese incriminato.