Al giorno d'oggi è fondamentalmente impossibile vivere senza possedere un documento d'identità. L'accesso alla sanità pubblica, ad un conto bancario, all'esercizio del diritto di voto e a tutti i servizi di welfare passano attraverso il riconoscimento dell'identità dell'individuo, il quale diventa un cittadino a tutti gli effetti solo quando questo suo stato può essere certificato.
Sebbene in Italia sia molto difficile essere sprovvisti di un qualsiasi documento che certifichi la propria identità, dal momento che la prima registrazione avviene proprio appena nati, grazie all'istituzione dell'Anagrafe, lo stesso non si può dire per il resto dal mondo: stando alle stime delle Nazioni Unite, ben 1.1 miliardi di persone non hanno accesso ad alcun documento.
Si tratta di una cifra impressionante, pari ad un settimo della popolazione mondiale, a cui le Nazioni Unite intendono rivolgersi attraverso il programma ID2020, un'iniziativa svolta in collaborazione con i giganti del mondo dell'informatica, tra cui Microsoft, Accenture e Avanade. Lo scopo è quello di realizzare un'identità digitale che possa certificare l'esistenza legale di questo vasto numero di persone, permettendogli di ottenere un identificativo che possa seguirli in qualsiasi parte del mondo, pur senza intaccarne la privacy.